Lettera aperta alle amiche di Se non ora quando

  • Gentili amiche di SNQ,
    abbiamo fatto un pezzo di strada insieme, quello che doveva essere il più difficile: risvegliare le coscienze in un Paese anestetizzato. Poi le nostre strade si sono divise, ma ho continuato a seguirvi in silenzio e a distanza. Con un crescente sentimento di delusione: per quanto si poteva fare e non è stato fatto. Per le battaglie a cui ave…te rinunciato; persino per le vittorie che avreste potuto mettere a segno, forti di quello straordinario risultato del 13 febbraio. Di quanto è stato, mi pare, continuate a sventolare orgogliosamente la bandiera, ma sempre più chiuse in un fortino nel quale, è vero, si può entrare, ma dal quale non uscite mai.
    Ora apprendo che avete lanciato una mobilitazione “via smartphone”, e resto basita. Perché non ho niente contro il mezzo, beninteso, ma forse prima di pensare al “come” sarebbe opportuno sapere “cosa”. La mobilitazione tecnologica quali fini ha? Avete obiettivi, parole d’ordine, progetti? Perché in mancanza di questi resta solo una sorta di autismo autocelebrativo e ombelicale. Eppure, di battaglie da fare ce ne sarebbero: c’è solo l’imbarazzo della scelta. Dalla legge elettorale sulla quale si stanno mettendo d’accordo i partiti, che non rinunciano alla sola autotutela di loro stessi e che certamente “punirà” la presenza delle donne alle prossime elezioni politiche; a una mobilitazione contro i femmicidi che avrebbe bisogno di tempestività, analisi lucide, idee.
    Pochi giorni fa vi avevo mandato un post con un paio di proposte concrete. La prima: la costituzione di parte civile, per il valore simbolico che avrebbe questa iniziativa, al processo che vede come parte lesa la giovane donna dell’Aquila violentata e massacrata da un militare ora in carcere. La seconda, a proposito dei femmincidi dei quali da mesi vado denunciando lo spaventoso aumento: la richiesta provocatoria ma realistica alla Lega calcio italiana di farsi portatori, sì, proprio loro, gli eroi dell’epica maschile per eccellenza, di una campagna contro la violenza alle donne, come hanno fatto in passato contro il razzismo.
    In attesa di una risposta, vi saluto con amicizia.
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1 Commento

  1. bernardetta manna

     /  Maggio 4, 2012

    condivido in pieno le due proposte e sarei felice di sapere in concreto come si può fare. dobbiamo e vogliamo andare avanti anche se sarei tentata di desistere, in così tanta melma e tristezza. ma avrei anche un’altra proposta da fare, dove te la posso mandare? intanto grazie per la profondità e la passione del “silenzio degli uomini”

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